Ci si continua a
muovere per migliorare la vita delle persone con disabilità: in particolare, è
stata deliberata una nuova misura per andare incontro a coloro che recano un
handicap gravissimo. La mentalità evolve: si sta finalmente cominciando a comprendere
che – sebbene fondamentale – il supporto economico non basta e bisogna anche
concentrarsi sull’assistenza di chi da solo non può. In quest’ottica, gli Enti
regionali sono stati chiamati, con una programmazione comunitaria, a stanziare
un nuovo Patto di cura che prevede un contributo economico da destinare ad
assistenti o educatori che si occupino del disabile; si potrà richiederlo a
partire dall’anno corrente, in alternativa all’integrazione sul reddito pari a
700 euro mensili, che era la precedente possibilità prevista dal Ministero,
ancora passibile di scelta per il prossimo triennio.
Ecco la notizia
riportata dall’ASL di Taranto.
(Inizio
articolo)
Superare le misure di
sostegno economico ai disabili gravissimi basate sul mero trasferimento
monetario, a favore del potenziamento dell’offerta diretta di servizi. È quanto
si prefigge il nuovo ‘Patto di Cura’ regionale, approvato oggi in Giunta, in
favore dei disabili gravissimi residenti nel territorio regionale.
Una misura che è
stata già oggetto di confronto all’interno del Tavolo della Disabilità e che
per la prima volta poggia sulla programmazione comunitaria.
Il Patto di cura
prevede un contributo di 20 mensilità da 1.200 euro ciascuna da riconoscere in
caso di assunzione di un assistente o di un educatore, che sia
contrattualizzato secondo le previsioni del CCNL, con la semplificazione del
costo standard.
Questo in linea con
il Piano nazionale per le Autosufficienze, che prevede il superamento delle
forme di sostegno basate sulle sole erogazioni economiche, nell’ottica di
garantire servizi e supporto effettivo e monitorabile alle persone con
disabilità, anche attraverso la regolare assunzione di personale
contrattualizzato.
In questa logica
diventa, sin da subito, essenziale garantire l’effettività dell’assistenza
attraverso il potenziamento dell’indicazione nel PAI della tipologia di
assistenza prescelta e il monitoraggio degli interventi da parte degli Ambiti
territoriali.
Ancora per questa
annualità sarà possibile scegliere – con un’altra delibera approvata oggi - tra
la sottoscrizione del ‘Patto di cura’ e una integrazione al reddito da 700 euro
mensili, che verrà però superata nel corso del prossimo triennio, come
richiesto da indicazioni ministeriali.
“Dalla legge di
bilancio nazionale del 2022 - dichiara l’assessora al Welfare Rosa Barone -
viene fuori una certezza: il solo contributo economico è destinato a sparire e
le Regioni hanno il dovere di garantire la migliore assistenza e sostituire
l’assegno di cura con altre misure. Come abbiamo spiegato anche nel corso del
tavolo della disabilità, il Ministero ci chiede di superare una misura, come
l’assegno di cura, che si basa solo sull’integrazione al reddito, ma non
sull'assistenza. Con questa nuova misura andiamo a creare nuova occupazione,
potenziamo i servizi sociosanitari e ampliamo la platea dei beneficiari. Per
questa annualità sarà ancora possibile scegliere tra il patto di cura e il
sostegno al reddito da 700 euro mensili, ma questa integrazione ha carattere
temporaneo ed è destinata ad essere eliminata, su indicazioni nazionali.
Auspichiamo che già da quest’anno la scelta ricada sul Patto di Cura.
Supporteremo le famiglie per dare loro tutte le informazioni e i chiarimenti su
questa nuova misura. Grazie a questa misura sarà agevolata la costruzione di un
modello regionale di presa in carico complessiva, con il coinvolgimento degli
Ambiti Territoriali Sociali e dei Distretti Socio-Sanitari. Con le politiche
che stiamo mettendo in atto registreremo un aumento dei beneficiari stimati,
con una dotazione di risorse FNA, FRA e POR che fino a dicembre 2024 sarà di
136 milioni di euro”.
Invero, nell’ambito
della predetta Misura, in presenza di una figura di caregiver familiare, sarà
finanziato un contributo a valere sulle risorse del “Fondo Nazionale per la Non
Autosufficienza” (FNA) e del “Fondo Regionale per la Non Autosufficienza”
(FRA), che sarà diretto a valorizzare il ruolo di cura del caregiver familiare
che dovrà impegnarsi nei confronti del disabile e dell’Ambito Territoriale
Sociale allo svolgimento del ruolo di cura.
(Fine articolo)