Una storia appesa
ai quattro venti, come il bucato ai fili. Una storia, spesso a brandelli, che
sfoglia faticosamente le pagine di un libro prezioso: la vita. A cinquant’anni
compiuti, lo sguardo di Francesco si proietta su un orizzonte lontano,
l’infanzia, quasi cercasse l’abbraccio di sensazioni e ricordi dolci e
protettivi. “Sin da subito sono sembrato un bambino strano, qualche inciampo,
il mio essere più lento, alcuni miei comportamenti bizzarri, suscitavano
ilarità e scherno fra i miei compagni”. Anche nella ricostruzione dei ricordi,
Francesco sembra cercare invano quei fasci di luce che fendono il buio,
proiettando ritmicamente il bagliore sugli affreschi alle pareti come carezze.
“Dare un nome a quei problemi, Retinite Pigmentosa, non servì a nulla: la
patologia avrebbe pesato gravemente su tutti gli aspetti della mia esistenza”.
Come farebbe un
abile pianista, Francesco oggi suona la sinfonia della realtà: “Non mi è servito
fingere di essere normodotato per celare le mie difficoltà. Mi sono solo illuso”.
Ai fili un mosaico
di panni stesi, sbattuti come da chi vuole sfidarci: “Durante l’adolescenza
sentivo i bisogni ed i desideri tipici di questa fase da un lato, e,
dall’altro, mi rifugiavo davanti al computer, imparando tutto ciò che mi ha
consentito di laurearmi in Scienze dell’Informazione e di trovare il lavoro che
ho ancora adesso anche se non so per quanto”.
Siano in plastica
o in legno, le mollette avvertono il carico della resistenza: “La degenerazione
sembra procedere più in fretta rispetto alla mia capacità di adattamento.
Sapevo che non sarei più riuscito a svolgere il mio lavoro”.
Nel 2004, anche
nella ricerca di una soddisfazione personale, Francesco si iscrive alla
triennale in Psicologia. In questo periodo conosce la donna che gli metterà un
cerchietto all’anulare della mano sinistra: sua moglie.
I fili tengono. Le
mollette resistono. I panni seguono la corrente dell’aria. Grazie alla
caparbietà e alla perseveranza, Francesco non demorde: “Ho utilizzato lo
scanner per acquisire i testi in cartaceo, la sintesi vocale per la lettura.
Dopo sedici anni, mi trovo alla conclusione di questo percorso di studio. Oggi
il mio bisogno è di trascorrere più buon tempo e di avere occasioni per
sentirmi bene. La Retinite
Pigmentosa è una specie di buco nero che assorbe tutto. Non è stato sufficiente
trasformare la mia solitudine in un lavoro, l’insoddisfazione in un’altra
laurea. Non è bastato che il mio essere attivo mi abbia creato le coincidenze
per incontrare l’amore. L’adattamento che devo ancora compiere riguarda i
sentimenti che la malattia genera in me, negli altri. Non sono ancora in grado
di guardare oltre”.
Per il conseguimento
della Laurea Magistrale in Psicologia Clinica, Francesco ci chiede di compilare
un breve questionario cliccando sul seguente indirizzo:
https://forms.gle/oJAR7nMiCmUMrmMS9
Le domande sono
finalizzate a stabilire il nostro benessere generale riguardo ad alcuni aspetti
della nostra vita, quali la mobilità, la cura di sé, l’autonomia e l’umore.
I dati raccolti,
in forma assolutamente anonima, saranno analizzati nella laurea di Francesco,
che tratta la disabilità visiva e si pongono l’obiettivo di cercare di
comprendere se e quanto l’ipovisione e la cecità influiscano sulla qualità
della vita delle persone con patologie agli occhi.
Tendiamo la mano a
Francesco, dedicandogli un pugnetto del nostro tempo
e augurandogli sentitamente: buon tempo e ottime occasioni!