Associazione Pugliese per la Retinite Pigmentosa - ODV
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anno diciassettesimo n. 662                              21 novembre 2023

Noi, moderni batman

    Il deep learning, piegato a fini sociali, continua a macinare chilometri. Tramite degli occhiali smart, dotati cioè di una telecamera integrata, il disabile visivo può muoversi venendo costantemente avvisato in presenza di ostacoli. Tale sistema non era una novità: da anni sono sul mercato occhiali costruiti in modo tale che attraverso dei sensori parlino al non vedente e tramite una sintesi vocale lo avvisino degli eventuali pericoli.

    Ciò che, invece, è stato studiato da un team dell’Università di Tecnologia di Sydney è la possibilità di percepire gli oggetti nelle vicinanze attraverso un’”icona sonora” differente per tipologia. L’idea è stata ispirata dall’osservazione del comportamento dei pipistrelli, ciechi anch’essi, che riescono a muoversi tramite il riconoscimento delle onde sonore; gli occhiali intelligenti sfruttano la visione artificiale della telecamera modificando il primo passaggio del primordiale meccanismo, ma restituiscono una diversa sonorità in base all’ostacolo percepito. Tale sottigliezza permetterà al disabile visivo di continuare a svolgere le sue attività senza doversi concentrare su un’intera frase da ascoltare, ma semplicemente su un segnale acustico che è stato scelto in associazione all’impedimento: ad esempio, per indicare la presenza di un cane si è optato per un latrato, per delle foglie è stato selezionato un piccolo fruscio. La tecnica innovativa presentata viene chiamata tramite una sinestesia “tocco acustico”.

    Gli occhiali sono stati testati su un gruppo di quattordici partecipanti, di cui sette ipovedenti e sette non vedenti, e nei dieci trials effettuati è stato notato che le icone sonore prodotte per segnalare o rintracciare oggetti non hanno incrementato i livelli di stress cognitivo dei disabili coinvolti. Si è stabilito che il sistema funziona al meglio proprio perché quando ci spostiamo in autonomia, ruotiamo continuamente la testa per ascoltare meglio i rumori intorno a noi e tale movimento incrementa l’accuratezza del deep learning nel restituire la presenza di ostacoli. È particolarmente utile per coloro che sono affetti anche da un deficit uditivo in quanto si è stabilito che il riconoscimento di un suono è più semplice della decrittazione di un intero discorso fatto dalla sintesi vocale. Il tocco acustico può essere facilmente integrato su occhiali intelligenti già in possesso dell’utente.

    Bisognerà lavorare ancora sulla batteria del dispositivo, che resiste ancora per troppo poco tempo, e sulla riscaldabilità degli occhiali. Tuttavia, tali studi portano ad una speranza sul fatto che ci sia chi attivamente stia lavorando per migliorare qualitativamente la vita ai disabili visivi e sulla tecnologia, che non viene sempre per nuocere.

 

di Donata Martellotta



    



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