La loro vita
sembrava finita, invece ne è ricominciata una seconda. Parliamo degli atleti
disabili italiani, ne esistono a migliaia, alcuni noti altri meno. Grazie alla
loro forza di volontà, dopo l’incidente e nonostante la disabilità, hanno messo
in campo sé stessi e, fatica dopo fatica, hanno conquistato titoli e medaglie
in Italia e talvolta nel mondo; non solo Alex Zanardi, che in queste ore sta
combattendo per la vita all’Ospedale “Le Scotte” di Siena: sono tanti altri gli
atleti paralimpici famosi che sono stati un esempio per tutto lo sport italiano
e non solo, offrendo a molte persone una lezione non solo di sport, ma anche di
vita, per ritrovare coraggio e fiducia nei momenti più drammatici.
Ho il piacere di
presentarveli con l’articolo che segue, tratto da “Il Corriere della Sera”.
BEBE VIO
Beatrice Vio,
famosa come Bebe Vio, è una delle atlete paralimpiche
più note in Italia, campionessa mondiale ed europea in carica di fioretto
individuale paralimpico. Ha 23 anni ed è nata a Venezia, pratica scherma da
quando aveva 5 anni. L’incidente che le ha cambiato la vita si registra all’età
di 11 anni, quando viene colpita da una meningite fulminante che le provoca un’infezione
che la porta all’amputazione di avambracci e gambe. Nonostante il grave trauma,
dopo tre mesi e mezzo di degenza ospedaliera, grazie alla riabilitazione al Centro
Inali di Budrio in provincia di Bologna e all’immancabile sostegno dei suoi familiari,
riprende la scuola e ricomincia l’attività sportiva come schermitrice su sedia
a rotelle tramite una protesi progettata apposta per lei. Nel 2012 è stata tra
i tedofori ai Giochi paralimpici di Londra, mentre nel 2016 ha sfilato come
portabandiera dell’Italia in occasione della cerimonia di chiusura della XV
Paralimpiade di Rio 2016. Nonostante la disabilità, Bebe
Vio non ha mai mollato ed è stata una figura di grande ispirazione per tanti
atleti, disabili e non, oltre che testimonial di numerose campagne sociali e
conduttrice di un programma su Rai1 dal titolo «La vita è una figata».
Nel giugno 2014
vince il titolo europeo assoluto paralimpico nel fioretto categoria “B”
individuale e a squadre ai campionati continentali di Strasburgo.
Nel 2015 diventa
campionessa mondiale paralimpica del fioretto individuale nel corso dei
campionati di scherma di categoria in Ungheria. Nel 2016 a Rio de Janeiro nei
Giochi paralimpici conquista la medaglia d’oro nella prova individuale, mentre
nel 2017 conquista il suo secondo titolo di campionessa mondiale paralimpica
nel fioretto individuale nel corso dei campionati di scherma di categoria a
Fiumicino. Nel settembre 2018 vince un’altra medaglia d’oro agli Europei di
scherma paralimpica di Terni.
Ha vinto in tutto
otto medaglie d’oro. E nel 2019 è arrivata anche una Barbie speciale con il
volto e le sembianze di Bebe Vio per celebrare
l’atleta italiana nel mondo. L’atleta ha scritto due libri per Rizzoli: «Mi hanno
regalato un sogno» e «Se sembra impossibile allora si può fare».
NICOLE
ORLANDO
Nata a Biella nel
1993, Nicole Orlando è affetta da Sindrome di Down. Inizia l’attività sportiva
a soli 3 anni grazie ai genitori che la iscrivono nella società di ginnastica La Marmora - Team Ability Biella. Nicole è specializzata nell’atletica
leggera, in particolare nei 100 e 200 metri, nel lancio del giavellotto, nel
salto in lungo e nel triathlon. Nel 2013, ai Campionati europei di Roma, vince
tre ori nei 100 metri,
nel salto in lungo e nella staffetta 4X100, ripetendosi l’anno dopo con le
stesse medaglie agli Open European Championships. È suo il record europeo nei 100 metri e nel salto in
lungo. Vince quattro ori anche ai mondiali 2015 in Sudafrica. Nel 2016 ha pubblicato un libro
scritto a quattro mani con la giornalista Alessia Cruciani intitolato «Vietato
dire non ce la faccio». (Piemme Edizioni).
FRANCESCA
PORCELLATO
Francesca Porcellato, nata a Castelfranco Veneto nel 1970 e nota come
la «rossa volante» per i suoi lunghi capelli rossi ricci, è famosa per essere
una fondista e paraciclista. Ammontano a 14 le medaglie conquistate nella sua
brillante carriera sportiva. È diventata paraplegica a 18 mesi quando fu
investita da un camion nel vialetto di casa. «Quando mi hanno dato la prima
carrozzina, l’unica cosa a cui ho pensato è stata quella di farla andare più
veloce che potevo». È questa una delle sue frasi che riassume il senso dello
sport e dell’intera sua vita. Nella carriera sciistica, nel marzo 2010 ha conquistato la
medaglia d’oro nella gara di sprint. Nella carriera ciclistica in handbike, nel
2015 ha
vinto due medaglie d’oro ai campionati del mondo su strada e nella stessa
stagione ha vinto un oro e due argenti in eventi di coppa del mondo. Ai Giochi
paralimpici di Rio 2016 ha
conquistato 2 medaglie di bronzo.
Vanta 9
partecipazioni ai Giochi paralimpici, 6 in quelli estivi e 3 in quelli invernali, dove ha
conquistato 11 medaglie. È una delle poche atlete al mondo ad aver conquistato
il titolo di campionessa paralimpica sia nelle edizioni estive che in quelle
invernali. A Pechino è stata anche portabandiera ufficiale della delegazione
italiana. In un’intervista al quotidiano “L’Arena” ha detto: «Io non mi sono
mai chiesta perché l’incidente sia accaduto a me e non agli altri bambini che
erano presenti quel giorno. È successo e basta. E sono stata fortunata, perché
sono viva».
GIUSY
VERSACE
Figlia di Alfredo
Versace, cugino dei noti fratelli Donatella, Santo e Gianni Versace, si occupa
anch’ella di moda fino a quando nel 2005, all’età di 28 anni, è vittima di un
incidente stradale durante una trasferta di lavoro sulla Salerno - Reggio
Calabria in seguito al quale perde entrambe le gambe. Comincia un periodo
drammatico durante il quale, con grande forza di volontà, Giusy comincia a
convivere con la sua disabilità, grazie anche alla riabilitazione al Centro
Inail di Budrio dove arrivano le protesi per le gambe. Nel 2010 inizia a
correre con un paio di protesi in fibra di carbonio, diventando così la prima
atleta donna italiana a correre con gli arti inferiori amputati. Nel 2011
diventa Presidente dell’Associazione Disabili No Limits Onlus e raccoglie fondi
per donare ausili a chi è meno fortunato e non può permetterseli. L’anno
successivo scrive la sua autobiografia «Con la testa e con il cuore si va ovunque».
La sua specialità sono i 100
metri. In sei anni conquista ben 11 titoli italiani,
detenendo diversi record nazionali. Nel 2016 arriva il tesseramento per le Fiamme
Azzurre, il Gruppo Sportivo della Polizia Penitenziaria e all’IPC Grand Prix di
Grosseto 2016 vince la sua prima vera gara nei 400 metri e conquista il
record italiano. Giusy ha una passione anche per la politica e viene eletta
nelle liste di Forza Italia nel collegio uninominale di Varese alle elezioni politiche
del marzo 2018. Attualmente lavora nella commissione Affari Sociali di
Montecitorio con delega del gruppo alle pari opportunità e disabilità.
ASSUNTA
LEGNANTE
Una carriera
brillante prima tra i normodotati e poi nel mondo della disabilità come non
vedente. Assunta Legnante, nata a Frattamaggiore (Napoli) nel 1978, ha vinto la medaglia
d’argento ai Campionati europei di atletica leggera indoor 2002 e il titolo
europeo ai Campionati europei indoor nel 2007. Soprannominata “cannoncino” per
la potenza delle braccia, è specializzata nel lancio del peso. È stata capitana
della nazionale italiana ai Mondiali di Osaka nel 2007.
Nel 2009 conclude
la carriera per l’aggravarsi dei problemi visivi, dovuti principalmente a un glaucoma
congenito presente fin dalla nascita che la porta alla cecità. Ma grazie alla
sua tenacia e alla sua forza fisica ed interiore, annuncia di voler partecipare
alle paralimpiadi di Londra 2012 dove conquista il gradino più alto del podio
nella sua specialità e stabilisce il primato mondiale con 16,74 metri, primato
che migliora nuovamente ai campionati mondiali di atletica leggera paralimpica
di Lione 2013 con 16,79 metri. La stagione 2014 prosegue nel migliore dei modi.
Assunta infatti stabilisce un ulteriore nuovo record mondiale con 17,30 metri,
sempre nel lancio del peso, il 6 giugno al Meeting di Padova in una gara con
normodotati e migliora il suo record personale nel lancio del disco da 35,07 metri
(record europeo) a 35,48 metri. Assunta ha due figli.
MARTINA
CAIRONI
Martina Caironi,
pluricampionessa paralimpica, nasce ad Alzano Lombardo, in provincia di
Bergamo, nel 1989. Nel novembre 2007 è rimasta coinvolta in un incidente
stradale in moto che le ha causato l’amputazione della gamba sinistra all’altezza
del femore. Non si arrende e dopo la riabilitazione, diventa una promessa
dell’atletica leggera paralimpica, conquistando prima il titolo italiano nel
2010, poi quello mondiale nel 2011 sui 100 metri piani ed infine
quello europeo nel 2012 vincendo agli Europei di Stadskanaal,
nei Paesi Bassi, una medaglia d’oro e una di bronzo. Nel 2012 partecipa alla
sua prima Paralimpiade, quella di Londra, portando a casa la medaglia d’oro nei
100 metri e scendendo per la prima volta sotto il muro dei 16 secondi. Dal 2012
è parte delle Fiamme Gialle, il gruppo sportivo della Guardia di Finanza, e con
questa maglia ai Mondiali di Lione 2013 conquista il primo gradino del podio
sia nella sua specialità, i 100
metri, sia nel salto in lungo. Al Meeting Nembro (BG)
nel 2015 afferra l’oro e il Record del Mondo nei 100 metri con 15.05;
vince l’IPC Athletics Grand Prix di Grosseto,
battendo il record del mondo nei 200 metri con un tempo di 32.29 (peraltro suo
primato) e siglando anche il record mondiale nel salto in lungo con 4,60 metri. E infine
alle Paralimpiadi di Rio 2016 ottiene ben due successi: un argento nel salto in
lungo e ancora un oro nei 100
metri.
ONEY TAPIA
Nato a Cuba nel
1976, giocatore di baseball, si è trasferito in Italia nel 2002, dove ha ottenuto
la cittadinanza, per fare il lanciatore nell’Old Rags
Lodi e nel Montorio Veronese. Durante l’attività sportiva, nel 2011 Oney Tapia viene colpito da un
grosso ramo alla testa e perde la vista. Così nel 2013 si avvicina al mondo
dell’atletica leggera paralimpica, specializzandosi nel lancio del disco e nel
getto del peso. A ottobre del 2013 diventa primatista nazionale nel lancio del
disco. Entra poi in nazionale e ottiene un tredicesimo posto ai mondiali
paralimpici di Doha nel 2015, la medaglia d’oro nel lancio del disco e un
quinto posto nel getto del peso agli Europei paralimpici di Grosseto, oltre
alla medaglia d’argento, sempre nel disco, ai Giochi paralimpici di Rio.
Nell’agosto 2018 agli Europei paralimpici di Berlino vince la medaglia d’oro
nel lancio del disco.