Vincitori un’onda di mani intrecciate
Domenica 23 luglio, con la partecipazione al Gala delle
Compagnie organizzato dal festival “Il Giullare” in piazza Mazzini a Trani, si
è conclusa l’avventura che ha visto protagonista il gruppo teatrale di dieci ‘attori
per una sera’ nato dal progetto di teatroterapia “L’anima non è come appare”,
condotto dalla regista e teatroterapeuta Rosalba Pascali.
Non ci poteva essere migliore
epilogo al contest teatrale nazionale “Il Giullare” presso il Centro Jobel di Trani,
andato in scena dal 17 al 22 luglio, cui l’Associazione Pugliese per la
Retinite Pigmentosa – OdV ha aderito con lo spettacolo dal titolo “L’anima non
è come appare” durante la caldissima serata del 20 luglio. Tre sono i cappelli
del Giullare che ora ornano la nostra bacheca dei premi: la nostra
Organizzazione ha, difatti, vinto il Premio miglior allestimento scenico "per
l'efficacia con cui strumenti scenici, pur nella loro essenzialità, sono stati
funzionali a dare potenza ai quadri e alle atmosfere dell'aldilà dantesco,
soprattutto nella dinamicità assunta attraverso l'interazione di essi con i
protagonisti"; il Premio del pubblico con il record di 87,10% delle
preferenze da parte del pubblico; ed, infine, il Premio in denaro miglior
spettacolo "per la straordinaria capacità di rapire il pubblico con un
testo complesso e attraverso personaggi che, pur noti e conosciuti
nell'immaginario collettivo, sono apparsi rinnovati nella potenza
interpretativa in un anelito emozionante e coinvolgente alla vita e all'Amor
che move il sole e le altre stelle. Le figure dantesche sono state interpretate
con una potenza ed un'intensità che han letteralmente conquistato l'intera
platea con applausi a scena aperta che sgorgavano direttamente dall'anima,
toccata nel profondo da ogni gesto, da ogni parola e da ogni quadro
rappresentato nella messa in scena teatrale".
A rendere “L’anima non è come appare” un successo ci
hanno pensato: Rosalba Pascali in veste di regista e come voce
dell’audiodescrizione; Antonello
Perilli, Maria
Colucci, Maurizio Montanari, Maria Rosaria Recchia, Tiziana Barone, Rosanna
Visaggi, Gianfranco
Taurino, Michele Nitti, Francesco Fiorentino e Annarita Ninni nel ruolo di
attori; Elisa Montanari, Francesca Montanari, Elena
Maiorino, Giulia e
Ivano Cinquegranelle come volontari; Valentina Carulli per la traduzione in
LIS; Matteo Martellotta per la cura della scenografia; Alessio
Cotardo per la cura
alla regia; Santina Caponi per i costumi.
Ciò che ha reso più orgoglioso il gruppo partecipante è
la pletora di commenti entusiastici che sono giunti dalla giuria, in
particolare dalla scrittrice, conduttrice e cantastorie Stefania De
Toma, dal pubblico che ci ha seguiti anche a distanza sulle rispettive pagine
Facebook ed Instagram (curate dalla sottoscritta) con viva e costante solerzia,
da ognuno dei componenti del nostro Comitato Scientifico Regionale ed anche
dalle testate giornalistiche regionali. Inoltre, gradita è stata la recensione
inaspettata della dott.ssa Elvira Zaccagnino, direttrice della casa editrice
“La meridiana”, ospite anch’ella durante la quarta serata del festival, che su
Facebook ha scritto: “Lo spettacolo di ieri sera ha tolto il fiato. Attori non vedenti
e ipovedenti hanno messo in scena Dante e il suo viaggio nell’inferno, nel
Purgatorio e nel Paradiso. Un caldo infernale non ha distolto nessuno di loro e
di noi che eravamo il pubblico”; il Giornale di Trani ci ha omaggiati della
foto di copertina per annunciare la serata delle premiazioni da cui traspare la
felicità che ha attraversato il gruppo durante la propria esibizione e ha
stabilito che “con grande maestria” gli attori dilettanti sono stati capaci di
ridare vita al capolavoro dantesco; il giornale Trani Viva, prendendo spunto da
un incidente a fine spettacolo – il blackout improvviso di tutta Trani -, ha riflettuto
sul fatto che “pubblico e attori, avvolti in oscurità diverse,
sono stati immersi da una circostanza improvvisa, imprevista e casuale”, una
sorta di “miracolo del Giullare” a detta del presentatore della serata Marco
Colonna, ma che ciò non ha fatto che aumentare “una meraviglia che ha lasciato il sapore
di buono” in ogni spettatore “a tal punto che anche il ritorno a casa nel
blackout della città era pieno di luce”; dulcis in fundo, abbiamo anche ricevuto
il supporto dell’Unione
Italiana dei ciechi e degli ipovedenti - Puglia, che con un post su Facebook si è
congratulata con l’A.P.R.P. - OdV sia per aver preso parte ad una
manifestazione così inclusiva come il festival “Il Giullare” giunto alla sua
quindicesima edizione, sia per aver fatto così trionfare i valori di
solidarietà che accomunano le due organizzazioni di volontariato.
Insomma, di questo spettacolo è già stato esposto tutto
in lungo e in largo. Perciò, a cosa serve questo articolo – ultima eccezione
alla regola, visto che dal prossimo ci sarà la firma a cui siete tutti
affezionati? Serve a raccontarvi con brevi pennellate il cuore, intravisto da
tutti, che è emerso durante la scorsa settimana, così intensa di emozioni, a
partire dall’impegno di tutti e dal sodalizio unico che si crea
necessariamente tra abili e diversamente abili in un’associazione di
volontariato come la nostra, che è brillato tra le fiamme dell’Inferno, le luci
avvolgenti del Purgatorio ed il bianco accecante del Paradiso; a spiegare che i
soci che hanno preso parte all’iniziativa, stando a stretto contatto, hanno
davvero realizzato che solo insieme possono spostare l’asticella dei loro
limiti un po’ più in là; a far capire a chi legge che è proprio vero che
l’unione fa la forza. Ma anche a rievocare il chiasso allegro della comunanza, la
sorpresa nella cura dei dettagli da parte degli organizzatori che ci hanno
omaggiato con un piccolo rinfresco accompagnato dal un biglietto di benvenuto
scritto in Braille, i timori di uno spazio nuovo e difficile da controllare
come quello offerto dal Centro Jobel, il rumore del trapano dello scenografo
per rendere ancora più accessibile il palco attraverso una corda delimitativa, le
direttive della regista Rosalba Pascali che prendendo letteralmente le mani dei
suoi attori ha saputo guidarli stando loro di fianco e mai torreggiando su di
loro, la buona collaborazione che si è creata tra il service e i nostri
operatori della regia, l’ammirazione negli occhi degli accompagnatori che
assistevano alle prove per il rinnovato spirito di orientamento dei propri
cari; e, inoltrandoci nelle ore vespertine, il venticello pomeridiano che si è
trasformato in stasi umidissima nel corso della serata, la macchina del fumo
che creava un bell’effetto ma anche un odore mortifero, il primo applauso a
scena aperta seguito da molti altri, l’entrata sorprendente di Caronte quasi
rovinata da due spettatori dal tempismo perfetto che hanno occupato la corsia
centrale della platea proprio nel momento sbagliato, i volontari centometristi
che sono corsi dalla regia al palco più volte, errori tecnici fortuiti che non hanno
interrotto l’esibizione, i personaggi che hanno preso forza e sono cresciuti di
intensità, il fotografo ufficiale Francesco Paradiso che si è innamorato di
alcuni primi piani e li ha immortalati a ripetizione, la battuta sul freddo del
gelido lago Cocito che proprio non voleva essere pronunciata per non
trasformare il tutto in una tragicommedia, gli “in bocca al lupo” sussurrati
tra una scena e l’altra, la commozione e la verità nell’“Omnia vincit amor”
pronunciato da Virgilio, la danza perfettamente riuscita delle due sublimi
Beatrici, la luce che ha inondato il sorriso serafico di Dante sul finire del
suo viaggio ultraterreno; e poi, la confusione nel creare una fila ordinata per
ricevere gli applausi tanto si era sollevati che tutto fosse andato per il
meglio, gli attori che non sapevano ancora che gli spettatori consapevoli si erano
già alzati in piedi per applaudirli, le lacrime di gioia a tracimare dagli
occhi, la mano vibrante della regista alla bocca mentre cercava di contenere la
sua emozione per timore che le passassero il microfono e non le uscissero più
le parole di bocca, quell’onda di mani intrecciate che si abbassavano e si alzavano
in maniera scomposta e che è risultata così bella perché tanto spontanea, l’abbraccio
tra Dante e Virgilio che come una poesia ha richiamato la prima esibizione
all’Auditorium Moscati a Bari il 23 aprile scorso; infine, il blackout che ha
sorpreso Rosalba Pascali in un tenero assalto da parte della De Toma,
appassionata di Dante e ormai anche di questa compagnia dilettante, le battute
dei non vedenti che volevano accompagnare giù dal palco i vedenti in un assurdo
rovesciamento di ruoli nel buio più totale, la meravigliosa commozione di
ritrovare amici dell’Associazione che avevano deciso di sedersi tra gli
spettatori senza avvisare nessuno della loro presenza, la fila di parole senza
sosta messa su da chi ha assistito allo spettacolo per non interrompere il
flusso di entusiasmo, i sorrisi, le lacrime, il sollievo, la gioia, la stanchezza
che non ne voleva sapere di bussare alle porte del nuovo giorno.
E la stessa magia si è ripetuta la sera
del 23 luglio, durante il Gala delle Compagnie: dalle speranze silenziose
mentre ci si accomodava in attesa dell’inizio della serata alla corsa della
regista sul palco per ritirare l’attestato di partecipazione, dalla strenua
volontà di Rosalba Pascali di sedersi in mezzo ai suoi attori e non essere
nemmeno per un attimo l’unica a salire sul carro del vincitore al primo premio
vinto – quello per il miglior allestimento scenico –, dal Presidente Gianfranco
Taurino e dalla Vicepresidente Maria Colucci pronti a slanciarsi in piedi
durante l’acclamazione del primo premio “Il Giullare” al Consigliere Francesco
Fiorentino che invitava alla calma per non bruciare i tempi della suspance, dal
balzo in piedi poi effettivo dei suddetti al salto sulla sedia con tanto di
pugno chiuso al cielo in segno di vittoria del Consigliere Maurizio Montanari,
dalla corsa del Presidente sul palco per affiancare la regista ai complimenti
reciproci con le altre compagnie partecipanti, dai giurati che arrivavano per
complimentarsi agli attori presenti che mettevano fretta ai loro accompagnatori
per raggiungere i festeggiamenti, dal rock and roll improvvisato ubriaco di
gioia di Maurizio Montanari e Rosalba Pascali agli ondeggiamenti a tempo di
musica di tutti gli altri, dai trenini creati insieme ai rappresentanti degli
gruppi provenienti da tutta Italia intorno a piazza Mazzini al messaggio vocale
in piena notte per avvisare i restanti componenti della compagnia che la
vittoria è andata all’A.P.R.P.-OdV, dagli strepiti di gioia alle risate
scomposte, dagli abbracci sentiti alle parole cariche di affetto, fino al
momento in cui abbiamo lasciato quella piazza ormai deserta che conterrà sempre
uno strato della nostra essenza.
Grazie a tutti coloro che ci sono stati vicini, anche solo
con una particella di pensiero. Sembra giusto concludere questa newsletter
così: per aspera ad astra. Alla prossima tappa del viaggio (forse)!
di Donata Martellotta
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